Chiesti 21mila euro di danni per un bambino di dieci anni, i traumi alle unghie forse causati dalla fasciatura rigida alla mano
PAVIA. Un’infezione alle unghie provocata dall’ingessatura della mano. Una fasciatura eseguita in maniera «errata», secondo i genitori di un bambino di dieci anni che hanno fatto causa al Policlinico San Matteo chiedendo 21mila euro di risarcimento danni. La richiesta è stata formulata nel corso di una causa civile avviata in tribunale a Pavia. Il contenzioso, in discussione davanti al giudice Andrea Pirola, è appena all’inizio e dovrà passare attraverso la valutazione di un consulente, un esperto che potrà dire se davvero c’è stata negligenza da parte del medico che ha eseguito l’ingessatura oppure se l’infezione, che ha costretto il bambino a un lungo periodo di cure, sia del tutto slegata all’intervento del sanitario. La causa tira in ballo, ovviamente, anche il medico che ha eseguito l’ingessatura.
Ieri si è svolta, in tribunale, una tappa del procedimento ma dal fascicolo arrivato sul tavolo del giudice sono trapelati pochi dettagli. La vicenda, però, in sintesi è questa. Il bambino viene portato in ospedale in seguito a un piccolo incidente e le lastre mostrano la frattura di due dita della mano destra. Per l’ortopedico è necessario immobilizzare la mano, affinché la lesione possa guarire. Si decide, quindi, per il gesso. La fasciatura viene fatta nell’ambulatorio di Ortopedia dell’ospedale e il bambino viene rimandato a casa. Ma, nei giorni seguenti, cominciano i problemi.
Il gesso inizia a dare fastidio. In particolare, il disagio è provocato dallo sfregamento della fasciatura rigida sul lembo di pelle che si trova tra il dito e l’unghia. L’ingessatura, in effetti, sembra più lunga del dovuto e copre quasi interamente le dita della mano. I giorni passano e la situazione peggiora. Fino a che si scatena un’infezione alle unghie, anche per effetto delle particelle di gesso che staccandosi penetrano sotto la cute e aggravano le lesioni. Il bambino ha bisogno di cure e deve cominciare una terapia con antibiotici, che dura diverse settimane. L’infezione sembra rientrare, ma il danno alle unghie, seppure minimo, è rimasto. Il consulente che visita il bambino parla di una invalidità del 3 per cento e ipotizza una colpa del medico che ha eseguito l’ingessatura. La famiglia si affida agli avvocati Hildegard Massari e Federica Ramaioli per presentare una richiesta di danni in tribunale. Il San Matteo, invece, in questo procedimento è seguito dall’avvocato Paolo Mariotti di Milano. «Sarà la consulenza tecnica disposta dal giudice a dire se davvero c’è stata negligenza o un errore da parte dei sanitari – si limita a dire il legale, interpellato sul caso –. L’istruttoria è stata appena avviata e quindi è prematuro fare ogni altro tipo di valutazione. In generale, va detto che la medicina non è mai una scienza esatta».
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