Spider-Man: No Way Home spiegazione del finale e scene post credits

2023-03-08 17:00:22 By : Mr. Martin King

Cosa succede nelle scene post credits di Spider-Man: No Way Home e qual è il significato del finale? ALLERTA SPOILER!

Da Alessandro Cavaggioni - 19 Dicembre 2021 16:15

Due ore trenta di emozioni, salti sulla poltrona e pop corn che volano. Questo e molto altro è Spider-Man: No Way Home, nei cinema dal 15 dicembre 2021 e già re del box office. Ma in tutto quell’oscillare tra palazzi e drammi, in compagnia di un Peter Parker (Tom Holland) mai così in pericolo come in quest’avventura di multiversi, può capitare di perdere il filo – pardon: la tela – della trama. Mentre sussultiamo per le vicende ragnesche, l’MCU si apre ad avventure parallele, a magie che ricuciono gli universi e a stravolgimenti eroici che segnano un nuovo inizio per molti personaggi. Cosa accade dunque nel fatidico Endgame di Peter Parker? Caricate gli spararagnatele e venite con noi, questa è la spiegazione di Spider-Man: No Way Home.

Spider-Man: No Way Home è un film Sony Pictures in collaborazione con i Marvel Studios. Si tratta della terza pellicola stand-alone (un film dedicato a un unico personaggio di una saga) con protagonista Tom Holland. La regia di Jon Watts torna a raccontare le vicessitudini del giovane Peter Parker, condotto ora sulla soglia di una nuova vita. Il finale di Spider-Man: No Way Home cambia tutto, riscrive gli eventi. Ma prima di affrontarlo, riavvolgiamo la ragnatela.

In quale anno ci troviamo? Sappiamo che le tempistiche, nel Marvel Cinematic Universe, sono tutto. Gli eventi del blip – il fatidico schiocco di dita per mano di Thanos e il suo Guanto dell’Infinito – hanno obbligato a un salto di cinque anni. Se dunque Avengers: Endgame è ambientato nel 2023, e Far From Home (seconda pellicola con Tom Holland) tra giugno e settembre dell’anno successivo, Spider-Man: No Way Home prende luogo nel 2024. I primi secondi del film riprendono infatti gli sconvolgenti fatti mostrati nel finale di Far From Home, con gli schermi di Manhattan a trasmettere l’edizione speciale del Daily Bugle. J. Jonah Jameson (J.K Simmons) rivela alla città – e al mondo intero – la vera identità di Spider-Man, accusando Peter Parker della morte dell’eroico Mysterio. La vita dell’eroe crolla in mille pezzi, e non c’è ragnatela che ne possa contenere i danni. La compagna MJ (Zendaya) e il fidato Ned (Jacob Batalon) vengono respinti dal MIT, college sognato dai tre, in quanto “coinvolti” dallo scandalo Spider-Man. Per questo motivo, Peter si rivolge al Doctor Strange (Benedict Cumberbatch) per richiedere un incantesimo in grado di far dimenticare a tutti l’identità del suo alter ego.

Distratto dalle parole del ragazzo, che continua a modificare la magia pregando che almeno Mj, Ned, Zia May e Happy si ricordino che lui è Spider-Man, lo stregone (non più supremo dopo gli eventi di Infinity War) è costretto a interrompere l’incantesimo. Le conseguenze sono impreviste e oltremodo critiche: dagli universi paralleli giungono tutti coloro che conoscono la reale identità di Peter Parker. I villains delle saghe precedenti, la prima diretta da Sam Raimi dal 2002 al 2007 con protagonista Tobey Maguire e la seguente datata 2012 per la regia di Marc Webb e con protagonista Andrew Garfield, si scagliano contro il nuovo Spider-Man. Si tratta di Green Goblin (Willem Dafoe), Doc Ock (Alfred Molina), L’uomo Sabbia (Thomas Haden Church), Lizard (Rhys Ifans) ed Electro (Jamie Foxx).

Doctor Strange affida a Parker il compito di catturarli in una prigione dimensionale, per poi rispedirli nei loro rispettivi universi. Le parole di Doc Ock – “stai per affrontare un fantasma” – risvegliano però la coscienza di Peter, che non vuole rendersi complice del fato dei cinque individui, in apparenza destinati a perire nello scontro con gli Spider-Man dei loro universi. Il Peter Parker di Tom Holland affronta Strange nella realtà specchio (dove lo stregone ha il comando di ogni elemento), riuscendo a intrappolarlo il tempo necessario per inventare un piano alternativo.

L’idea del giovane ragno è di cambiare i destini dei cinque villain, rispedendoli nei vari universi paralleli dopo averli curati dai mali che ne causavano la cattiveria. L’idea è dunque di guarire i cattivi, redimendoli con dispositivi tecnologici. Il chip inebitore del Doctor Otto Octavious viene riattivato, riportando il rispettabile scienziato al controllo di se stesso, ma Electro e Green Goblin non sono dello stesso avviso e decidono di ribellarsi.

Nello scontro con Norman Osborne, perde la vita Zia May (Marisa Tomei), ferita dal Goblin con una bomba-zucca e un colpo di aliante. “Da un grande potere, derivano grandi responsabilità”, finalmente anche il Peter di Holland impara la lezione, ma è costretto ad affrontare la morte della zia. Un lutto doloroso che solo altri Peter Parker potrebbero comprendere. E infatti eccoli giungere dai loro universi, trovati per caso dall’amico Ned in possesso dell’anello del Doctor Strange. Andrew Garfield e Tobey Maguire arrivano in scena per placare il dolore del nostro Peter, raccontando le ferite ancora aperte per la perdita dei loro Zio Ben e dell’amata Gwen Stacy.

Con il loro aiuto, Spider-Man potrà affrontare un’ultima volta gli inarrestabili villains, sempre nell’obiettivo di curarli e rispedirli agli universi di appartenenza. Sulla statua della libertà, il più newyorkese dei simboli, e dunque il più calzante per l’eroe della Grande Mela, si consuma una lotta epica. Da un lato, i tre Spider-Man in team up, dall’altra Lizard, Electro, L’uomo Sabbia e Goblin. L’obiettivo è sempre quello: contenerli e guarirli, prima di rispedirli indietro.

Sul finale, il Peter Parker interpretato da Tom Holland si trova ad affrontare la peggiore delle ombre: la vendetta. Guariti i nemici, rimane solo Green Goblin: il responsabile della morte di Zia May. Gli altri due Spider-Man osservano da lontano, consapevoli della rabbia che controlla Peter. Ci sono già passati, e hanno commesso errori di cui ancora si pentono. Quando Spider-Man sta per uccidere Norman Osborne, gli omonimi eroi si frappongo tra lui e il nemico. La vendetta non si consuma e la coscienza di Peter è salva.

Il Green Goblin non attende però che i tre eroi imparino le proprie lezioni e di soppiatto pugnala Tobey Maguire. Non preoccupatevi: non è la prima volta che accade, promette l’eroe. Nel frattempo, sul finire della battaglia, era tornato in scena il Doctor Strange, liberatosi dalle ragnatele dopo dodici ore nella realtà specchio. Il congegno che dovrebbe riportare i villains negli universi di appartenenza viene però frantumato da una zucca bomba di Goblin. Improvvisamente, il cielo si crepa. Il multiverso è una tela squarciata.

Spider-Man: No Way Home lascia in eredità un’immagine potente, dalle conseguenze ancora ignote. Mentre Peter Parker combatte i villains giunti dagli universi paralleli, il Doctor Strange cerca in ogni modo di fermare l’inevitabile: il collasso dello spazio e del tempo. Tutti coloro che conoscono l’identità di Spider-Man si stanno facendo strada nel nostro universo, strappandone i lembi sino a uno scompenso impossibile da ricucire. Peter ha un’idea: se tutti si dimenticano di lui, nessuno saprà che è Spider-Man e l’incantesimo d’origine verrà annullato. Doctor Strange è riluttante. Le emozioni crescono, Michael Giacchino le suona in picchi epici che inondano la sala. “Ci mancherai”, afferma lo stregone concedendosi il privilegio della commozione.

Prima che l’incantesimo si realizzi, a Peter Parker è concesso il tempo di salutare gli omonimi compagni d’avventura. In un abbraccio tra fratelli e mentori, i tre Spider-Man si ringraziano. Per la prima volta nella loro vita, hanno condiviso il peso dei poteri e delle responsabilità. Si sono appena conosciuti, ma è come sapessero tutto l’uno dell’altro. Condividono stesse ferite e uguali destini. Ciò che definisce un eroe. I due Peter Parker interpretati da Andrew Garfield e Tobey Maguire svaniscono, tornando ai rispettivi universi.

Un dubbio resta irrisolto, e forse in futuro avremo modo di avere qualche conferma in più: i Peter Parker degli altri universi vengono dimenticati? L’incantesimo di Strange ha valore solo per il nostro Spider-Man o per tutti? Se così fosse, il Peter di Tobey Maguire, rientrato nel suo mondo, non verrebbe riconosciuto dalla sua MJ, di cui nel frattempo ci ha rivelato qualche retroscena. Spider-Man: No Way Home preferisce tenere al centro Tom Holland, mostrando per ora la sua vita all’indomani dell’incantesimo. D’altronde è lui il protagonista, ed è suo l’universo che per ora ci deve interessare. Gli aspetti magici sono ancora lungi dall’essere chiari nel Marvel Cinematic Universe, anche se sempre più protagonisti. L’abbiamo visto nelle Serie TV Wandavision e Loki, e lo vedremo in maniera preponderante in Doctor Strange: in the multiverse of madness (in uscita nel 2022 con la regia di Sam Raimi). Per quello che sappiamo, Stephen Strange non ha ricordi di Peter Parker, anche se in qualità di esecutore dell’incantesimo potrebbe esserne stato escluso. Ma sono solo speculazioni a cui occorre ulteriore conferma. Di certo, l’MCU saprà giocare con questi spazi di incertezza.

Peter deve salutare MJ e Ned. Neanche loro ricorderanno di essere suoi amici. Promette loro che verrà a cercarli: gli dirà tutto, pronto ad affrontare ogni dubbio e raccontare così ciò che non possono ricordare. Nella scena successiva lo vediamo entrare nel diner in cui lavora MJ. Al bancone siede Ned. Peter si presenta, “Peter…Parker”. Un attimo prima di rivelarsi, e mantenere così la promessa, decide di lasciare perdere. Esce dal diner senza voltarsi. Troppo difficile, troppo sfrontato. Peter inizia una nuova vita. Ora è solo, nessuno lo conosce e Zia May è morta. Con i pochi averi in una scatola, entra nel suo nuovo appartamento. Ricorda il monolocale dello Spider-Man di Tobey Maguire, con il proprietario alle calcagne per l’affitto. Mentre fuori nevica, Spidey oscilla per New York, il Queens è lontano e così quella vita che sembrava impossibile ma che riusciva ad affrontare forte dei suoi affetti. Inizia una nuova vita e così Spider-Man veste una tuta mai vista, forse la più fedele ai fumetti classici tra quelle mostrate nella saga con Holland.

Ancora travolti dall’emozionante finale di Spider-Man: No Way Home, il pubblico resta in sala. Troppo attonito per alzarsi e consapevole che con l’MCU la storia finisce solo dopo i titoli di coda. E infatti, puntuale come sempre, ecco la mid-scene, la scena che invita gli spettatori a un nuovo appuntamento nell’universo Marvel.

La prima scena post credits di Spider-Man: No Way Home è il teaser di Doctor Strange: in the multiverse of madness, di cui già abbiamo parlato. Dopo i titoli di coda, il film ci riserva una seconda scena, sulla quale chiaramente ci concentriamo. Lasciamo la New York innevata del nuovo Spider-Man per un delizioso bar messicano. Seduto al bancone troviamo Eddie Brock (Tom Hardy), meglio conosciuto come Venom. Sappiamo dai titoli di coda di Venom: La Furia di Carnage, che Eddie si è ritrovato senza preavviso nell’universo degli Avengers, e quindi nel medesimo del nostro Spider-Man di quartiere. Al bar, ripassa i nomi degli eroi di questo nuovo universo: “Hulk è quello verde…”, a suo modo inizia ad ambientarsi. Scopriamo infatti che Eddie e il compare simbionte hanno deciso di rintracciare Spider-Man.

Inizialmente, si era pensato che il cross-over tra i due personaggi fosse imminente grazie agli accordi di comune scambio tra Sony e Marvel Studios. La scena dopo i titoli di coda di Spider-Man: No Way Home cambia però i destini degli spettatori, mostrando Eddie Brock fare ritorno al suo universo, ovvia conseguenza dell’incantesimo di Strange. Che ne è dunque dell’atteso scontro? Rimandato, mutato, ma sempre all’orizzonte. Vediamo infatti un frammento del simbionte staccarsi da Eddie e restare così nell’universo di Spider-Man. La prossima avventura dell’eroe, già in fase di produzione, vedrà quasi sicuramente il simbionte antagonista, dando nuova linfa alle speranze nel costume nero di Spider-Man.

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