Sarà inaugurata a Napoli la prima Stazione archeologica: fermata della metropolitana che integra nella moderna struttura i resti archeologici ritrovati in 15 anni di scavi. Il progetto, elaborato dai famosi architetti Àlvaro Siza ed Eduardo Souto de Moura, farà rientrare le Stazione archeologica tra le più belle al mondo.
Stazione archeologica è il nome con cui viene chiamata la stazione metropolitana che sarà inaugurata a Napoli in piazza Municipio. Tale appellativo deriva dal grandissimo numero di reperti archeologici rinvenuti nei 15 anni di scavo. L’innovativo progetto, elaborato dagli architetti Àlvaro Siza ed Eduardo Souto de Moura, permetterà un dialogo costante tra le architetture moderne e le preesistenze storiche recuperate. Quella di Municipio, rientra nel progetto delle Stazioni dell’Arte, avviato nel 2001 dall’Amministrazione comunale della città. Il piano mira a trasformare i luoghi di mobilità in poli turistici e culturali, creando percorsi espositivi all’interno delle fermate metropolitane. Architetti di fama internazionale hanno progettato le stazioni che ospitano al loro interno circa 200 opere d’arte contemporanea. Il connubio tra bellezza e funzionalità attira ogni anno 45 milioni di persone tra turisti e pendolari. Ad oggi la più importante tra le Stazioni dell’arte è quella di Toledo, premiata con numerosi premi e riconosciuta, nel 2013, come stazione più bella d’Europa.
L’opera di costruzione della Stazione archeologica è stata classificata come scavo archeologico più grande d’Europa degli ultimi decenni. Inoltre, le numerose stratificazioni hanno permesso di ricostruire l’evoluzione in quasi 2500 anni di questa parte di città. Gli scavi per la costruzione della stazione sono iniziati nel 2003 ma hanno presto subìto interruzioni per il ritrovamento dell’antico porto greco-romano. Qui, a 13 metri di profondità, sono venute alla luce tre navi del II secolo d.C., quasi perfettamente conservate. La maggiore raggiunge i 13,50 metri in lunghezza e 3,60 in larghezza mentre le altre due sono lunghe 11 metri. Il recupero delle imbarcazioni è avvenuto con metodologie innovative. Infatti, man mano che scavavano intorno ai relitti, gli operai hanno realizzato un guscio in vetroresina in grado di avvolgerli e proteggerli. Hanno poi costruito intelaiature metalliche per sollevarle e portarle in laboratori adeguatamente climatizzati per il restauro e la conservazione. Gli studi sui reperti sono stati effettuati con un’innovativa tecnologia laser scanning. Vicino alle navi gli archeologi hanno rinvenuto oggetti di vita quotidiana, poi studiati per comprendere usi e costumi del tempo. Oggi molti dei reperti ritrovati sono esposti nella stazione Museo, adiacente al museo archeologico della città. Gli scavi sono proseguiti nella zona dell’antico fossato del Castel Nuovo, interrato alla fine del 1800 per la costruzione dell’attuale piazza. Qui sono riemersi resti di mura e mosaici di residenze di età angioina, risalenti alla fine del XIII secolo. Nel 2012 sono emersi i sistemi difensivi del castello, realizzati dagli aragonesi nel XIV secolo. Tra questi, i muraglioni merlati e due torrioni, detti dell’Incoronata e del Molo. I torrioni hanno subito un lungo intervento di restauro per il ripristino di lacune presenti nella struttura.
La costruzione della Stazione archeologica di Piazza Municipio è stata affidata agli architetti portoghesi Àlvaro Siza ed Eduardo Souto de Moura. I due architetti godono di una grande fama a livello internazionale avendo vinto il Pritzker Architecture Prize, uno dei più alti riconoscimenti in ambito architettonico. La commessa richiedeva creazione di un’unica stazione di interscambio tra la linea 1 e la linea 6 della metropolitana e la risistemazione urbanistica della piazza. Gli architetti hanno elaborato il progetto di una piazza sotterranea di uguale esenzione a quella superiore. L’aggiustamento della parte sovrastante mira a ricreare l’asse che nei secoli scorsi metteva in comunicazione la Stazione Marittima con il palazzo del Municipio. Questo collegamento diretto sarà evidenziato da una doppia fila di alberi che percorreranno tutta la piazza e da un lungo taglio vetrato ricavato nella pavimentazione. La fenditura vetrata permetterà di illuminare naturalmente il percorso pedonale sotterraneo che collegherà il porto con il centro storico della città.
In seguito ai numerosi ritrovamenti, gli architetti hanno deciso di rendere i resti archeologici parte integrante del progetto. A tale scopo, creeranno una galleria museale alla sinistra del torrione del Molo con i reperti provenienti dagli scavi. Altri resti saranno esposti in un’area archeologica a ridosso del Castel Nuovo, vicino alla stazione della linea 6. Infine, una grande rampa costeggerà i torrioni del Molo e dell’Incoronata, collegando la zona antistante la stazione marittima alla parte superiore della piazza. Chiamati a lavorare su un sito così delicato, i due progettisti sono stati in grado di integrare lo stile moderno caratteristico delle loro architetture con le preesistenze della città.
Nel 2015 sono terminati i lavori per alcune uscite della linea 1, permettendone l’entrata in funzione. Inoltre, i due architetti hanno risistemato la parte di piazza davanti al municipio con la collocazione della fontana del Nettuno. Si tratta di un’importante opera marmorea realizzata alla fine del 1500 da importanti artisti del tempo. Gli interni della stazione sono caratterizzati da uno stile minimalista di linee pure. Il bianco dell’intonaco e il nero della pietra lavica, utilizzata per pavimenti e finiture, creano un contrasto cromatico che dona grandissima eleganza alla struttura.
Nella zona aperta al pubblico hanno inglobato tra i muri il basamento del Torrione dell’incoronata. Sulla parete antistante al Torrione è stata realizzata un’installazione d’arte contemporanea dal nome Passaggi. L’artista israeliana Micheal Rovner ha infatti disegnato con colori ad acqua e pastelli il paesaggio napoletano. Ha poi proiettato sotto forma di ologramma immagini di persone e luoghi reali che si muovono incessantemente. Il video-affresco restituisce la dicotomia tra linearità e ciclicità del tempo con immagini mobili che si fondono con il le parti dipinte. Gli impianti ed i sistemi di sicurezza sono realizzati con tecnologie di ultima generazione. Gli agenti possono infatti controllare il sistema antincendio, quello di diffusione sonora e i segnali di ingresso dei treni in tempo reale dalle loro postazioni. L’obiettivo del progetto all’avanguardia è quello di costruire una macchina del tempo in grado di tenere insieme archeologia, storia, architettura ed arte contemporanea. Il progetto, unico nel suo genere, farà rientrare le Stazione archeologica di Municipio tra le più belle al mondo.
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