LIVORNO – “Siete stati tutti vittime di una beffa” così ha dichiarato Viola Barbara, tra le fondatrici di Uovo alla Pop, appena iniziata la conferenza stampa della mostra “Modigliani – Canzonata Boèhmien“, e quando parliamo di beffa e di Modigliani il pensiero non può che andare all’estate del 1984, alle false teste ritrovate nei fossi, due delle quali furono realizzate da Angelo Froglia.
La beffa, Modigliani, Angelo Froglia e Uovo alla Pop, cosa li lega? Facciamo chiarezza: stiamo parlando della mostra “Modigliani – Canzonata Boèhmien” inaugurata ieri pomeriggio, 18 febbraio, nella sede di Uovo alla Pop, sugli Scali delle Cantine. Una mostra che aveva incuriosito per l’alone di mistero che si era creato grazie a una campagna social di forte impatto, le Uovas infatti avevano postato sulla pagina Facebook della Galleria l’immagine del retro di un quadro che recava la firma di Modì e che faceva presagire alla presenza di un’opera inedita dell’artista livornese, mentre Livorno era stata tappezzata di manifesti con un’opera di Modigliani per pubblicizzare l’imminente mostra.
Ma non c’era nessuna opera inedita di Amedeo Modigliani in esposizione, bensì le creazioni irriverenti di Illustre Feccia, un artista punk, da anni impegnato in azioni di critica nei confronti del consumismo colpevole, secondo l’artista, di imbrigliare la società occidentale. Si tratta della prima personale dell’artista in Italia, curata da Alessia Tommasini, ed è stata scelta Livorno.
Illustre Feccia, il cui nome è un ossimoro, è un subvertiser cioè interviene sovvertendo, trasformando la pubblicità, i marchi, le situazioni, attraverso la parodia, la satira, producendo qualcosa che destabilizza, talvolta inquieta. Illustre Feccia con le sue creazioni propone qualcosa di falso per mostrare il vero (ecco il legame con Angelo Froglia, l’azione “sovversiva” di Illustre Feccia è di far credere vero ciò che non lo è) e induce chi guarda a una riflessione sul proprio stato sociale. E così in mostra da Uovo alla Pop troviamo il bambino biondo della Kinder con una benda nera sull’occhio e due ossa incrociate a X e una pila di barattoli di Nutella con stampate immagini di escrementi. “La Nutella – si legge nel cartellino che accompagna l’opera – sembra un escremento soprattutto per i crimini ambientali che Ferrero ha commesso in Indonesia e in altre parti del mondo. La Nutella/Ferrero Company è una delle aziende colpevoli di aver disboscato la foresta pluviale del Borneo, motivata dalla brama per la produzione di olio di palma. Nel 2011 un piccolo villaggio in Indonesia è stato distrutto da un bulldozer e forze di polizia armate”.
Ma in mostra ci sono anche quadri che richiamano alle opere di Modigliani molto amato da Illustre Feccia: una donna dalle movenze tipiche della tecnica artistica di Modì che ha in mano un cellulare e sugli occhi il logo di Amazon, cioè la freccia, che poi si ripete anche sui pacchi posti in un carrello alle spalle della donna, una chiara critica nei confronti del noto marchio. Critica che si ripete anche nel ritratto di un bambino, anche lui con il logo della nota azienda sugli occhi.
A spiegarne il significato un misterioso personaggio che si presenta a metà conferenza stampa con il volto coperto da una maschera (sarà l’artista?): “Io sono Modigliani – dice il personaggio misterioso – e sono tornato in città perché ho visto sfruttare troppo la mia immagine, l’ho vista sulla carta da parati, sulle insegne, sono tornato per una mostra di Amedeo Modigliani che però parla di un altro brand, come io sono diventato, cioè Amazon”. Amazon che nelle opere di Illustre Feccia diventa “Ammazzo”. Modigliani dunque trasformato in brand, in un marchio pubblicitario e dal rifiuto di questo nasce il progetto della mostra: partire da un’operazione di marketing che ha sfruttato la figura di Modigliani per far capire come l’artista sia divenuto un marchio, sia stato ridotto a un “brand”.
Una riflessione sul binomio vero/falso è necessaria e lo spiegano molto bene le ragazze di Uovo alla Pop: “Un’opera può essere “vera” senza necessariamente avere un valore estetico. Viceversa, un falso può essere considerato pregevole, di valore, bello”.
Le opere di Illustre Feccia rimarranno in Galleria fino al 18 marzo con ingresso libero. “Questa è l’ultima mostra che Uovo alla Pop realizzerà in questi spazi – ha spiegato Viola Barbara – poi ci sposteremo altrove e volevamo chiudere con il botto”. Non c’è che dire, le Uovas ci sono riuscite.
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