Pubblicato il 03.03.23 di Valerio Vallini Aggiornato il 06.03.23
Il dolore rappresenta un problema di grande rilevanza che affligge i pazienti affetti da lesioni cutanee, in grado di influenzarne negativamente la qualità di vita. Una possibilità terapeutica utile per il controllo del dolore associato ad ulcera cutanea è rappresentata dalla schiuma poliuretanica a lento rilascio di ibuprofene, appartenente ad una classe di medicazioni avanzate conformabili al letto di lesione e in grado di controllare significativamente la sintomatologia dolorosa riducendo gli effetti collaterali derivanti dal consumo di farmaci analgesici e/o antinfiammatori per via sistemica.
Schiuma di poliuretano assorbente contenente ibuprofene su lesione
Il dolore, definito come una spiacevole esperienza soggettiva, sensoriale ed emotiva associata a danno tissutale effettivo o potenziale1, rappresenta un problema significativo nei pazienti affetti da ulcere cutanee croniche.
Esso si può suddividere in due grandi macrocategorie, dal punto di vista fisiopatologico:
Un’altra classificazione, effettuata sulla base della modalità di insorgenza del dolore, comprende le seguenti quattro categorie1,2:
Il dolore costituisce uno degli aspetti più caratteristici dell'infiammazione; esso insorge quando le terminazioni delle fibre nervose vengono stimolate da mediatori algogeni come la bradichinina, l'istamina, la serotonina, le prostaglandine e i neuropeptidi1,2,3,4,5. Nella ferita si verificano costantemente danni ai nervi, a causa dei processi biochimici legati all’infiammazione e degli stimoli esterni come le procedure di debridement o il cambio della medicazione.
Il dolore non controllato può influenzare negativamente la qualità della vita del paziente con lesione ulcerativa cutanea, potendolo portare fino alla depressione e all’isolamento sociale1,2. Gli studi di prevalenza hanno evidenziato che circa il 60% dei pazienti con ulcere croniche presenta un controllo insoddisfacente del dolore1,2 e la metà di essi assume uno o più farmaci analgesici orali1.
La quantificazione del dolore con strumenti di valutazione validi e affidabili rappresenta una parte essenziale nell'approccio al paziente con ulcera cutanea dolorosa.
Un livello elevato di dolore basale o la presenza di un dolore procedurale scarsamente controllato rappresentano sempre valide ragioni su cui il clinico deve interrogarsi per un eventuale cambio di strategia terapeutica, sia locale che sistemica.
Gli obiettivi terapeutici individuali devono essere stabiliti dal medico per ogni singolo caso, ma generalmente si ritiene necessario un miglioramento dell'analgesia di mantenimento e una revisione della medicazione adottata quando il dolore correlato all’ulcera venga valutato dal paziente con punteggi superiori a 4 (su una scala di 1-10) o oltre il 40% di qualsiasi altro intervallo di punteggio1.
In letteratura esistono numerose scale di quantificazione del dolore la cui scelta dipenderà dalle esigenze individuali del paziente o dall'operatore sanitario. Indipendentemente dal tipo di scala utilizzato, il suo uso sistematico fornisce un metodo efficace per misurare il successo sia delle terapie analgesiche sistemiche che per la cura delle ferite.
Le principali scale di quantificazione del dolore possono essere suddivisibili in:
Una valutazione accurata della lesione ed una raccolta anamnestica delle patologie sistemiche, rappresentano la chiave per attuare un piano per ridurre o eliminare il dolore. Di seguito sono elencati i punti fondamentali che dovrebbero essere sempre tenuti in considerazione dell’operatore sanitario che si trova a dover curare un’ulcera cutanea dolorosa:
Il meccanismo di azione dell’ibuprofene, principio attivo che rientra nella famiglia dei farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), si esplica attraverso l’inibizione della produzione di prostaglandine, coinvolte nella genesi del processo infiammatorio, per blocco degli isoenzimi della ciclossigenasi (COX-1 e COX-2)1.
(La cascata biochimica che spiega la relazione fra dolore e infiammazione - immagine rielaborata da Marchand et Al. 20051)
Tuttavia, la somministrazione di ibuprofene come quella di FANS per via sistemica è gravata da numerosi effetti collaterali, tra cui i principali sono costituiti dai sanguinamenti gastro-intestinali e dal rischio di peggioramento della funzione renale1. Una possibilità terapeutica utile per il controllo del dolore associato ad ulcera cutanea è rappresentata dalla schiuma poliuretanica a lento rilascio di ibuprofene, conformabile al letto di lesione1.
In presenza di essudato, l'ibuprofene omogeneamente contenuto all’interno della schiuma nella misura di 0,5 mg/cm2, viene rilasciato continuamente nel letto della ferita in una quantità direttamente proporzionale al grado di essudato per tutta la durata dell’applicazione, fino a 7 giorni2. Questa caratteristica, favorita dalla conformabilità della schiuma al letto di lesione, consente una guarigione in ambiente umido ottimizzando la gestione dell’essudato, oltre a ridurre sia il dolore persistente che il dolore procedurale derivante dal cambio medicazione20,2.
Questo aspetto presenta innanzitutto importanti ricadute sul piano personale del paziente, migliorando la sua qualità della vita. Svariati studi hanno infatti dimostrato che l’utilizzo di schiume poliuretaniche a lento rilascio di ibuprofene può migliorare il sonno, la mobilità e di conseguenza l’umore dei pazienti9,2. Inoltre, poiché non è stato possibile riscontrare un assorbimento sistemico dell'ibuprofene, il rischio di effetti collaterali derivanti dalla sua applicazione locale attraverso la schiuma poliuretanica è molto basso, risultando quindi molto più sicuro della sua somministrazione orale20.
Il rilascio locale di ibuprofene può consentire pertanto anche una riduzione del consumo di farmaci analgesici e/o antinfiammatori per via sistemica, riducendo gli effetti collaterali da essi prodotti e costituendo un vantaggio di fondamentale importanza dal punto di vista farmaco-economico. Il miglior controllo del dolore potrebbe infatti impattare positivamente sulla spesa sanitaria sia in maniera diretta, riducendo il consumo di farmaci ad esso dedicati, che indiretta, diminuendo la necessità di accesso in Pronto soccorso con possibile conseguente ospedalizzazione.
Ridurre il dolore può avere un generale effetto positivo sulla guarigione delle ferite, attraverso meccanismi indiretti e diretti. In caso di ulcere venose degli arti inferiori, che rappresentano le lesioni più comuni nell’ambito della classificazione eziologica delle ulcere, il bendaggio compressivo rappresenta il trattamento di elezione per arrivare alla guarigione, ma alcuni pazienti non riescono tollerarlo a causa del dolore associato alla compressione.
La schiuma a lento rilascio di ibuprofene conformabile al letto di lesione può rappresentare un vantaggio selettivo in questo gruppo di pazienti, permettendo loro di tollerare la terapia compressiva.
In uno studio randomizzato controllato, effettuato su 853 pazienti con ulcere cutanee dolorose croniche ed essudanti di varia eziologia, confrontando la schiuma di ibuprofene con il migliore trattamento standard locale, il gruppo sperimentale dimostrava una riduzione statisticamente significativa dell’intensità del dolore sia procedurale che basale2.
Il miglior controllo del dolore esercita inoltre i seguenti effetti positivi sulla guarigione delle lesioni:
In sintesi, le schiume poliuretaniche a lento rilascio di ibuprofene costituiscono una classe terapeutica di medicazioni avanzate che, oltre alla capacità intrinseca di mantenere un’omeostasi all’interno della lesione cutanea ottimizzandone il controllo dell’essudato, possiedono una significativa efficacia per il controllo del dolore ad essa associato e rispondono a tutte le caratteristiche funzionali ad una guarigione ottimale in ambiente umido.
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